chiasmo al forte malatesta, la mostra della residenza d’artista mulattiere acquasanta
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chiasmo al forte malatesta, la mostra della residenza d’artista mulattiere acquasanta

L’esposizione di Mulattiere Acquasanta a coronamento della residenza d’artista che ha coinvolto Andrea Alessandrini, Daniele Cinciripini, il duo Nicola Domaneschi / Marco Verdi, Francesca Ióvene, Iacopo Pasqui e Arianna Sanesi, nelle sale del Forte Malatesta di Ascoli Piceno. Inaugurata il 24 settembre 2021 è stata aperta al pubblico fino al 10 ottobre 2021.

1. la residenza

La residenza era parte del progetto Le antiche vie Mulattiere dell’Acquasantano grazie al quale sono stati resi di nuovo fruibili i circa 140 km di sentieri e mulattiere che collegano tra loro frazioni,  località di pascolo, castagneti o che ripercorrono le vie dei briganti. Durante la residenza insieme agli/le artistə abbiamo attraversato a piedi questi sentieri e esplorato con lentezza il paesaggio dei monti della Laga. Indispensabilə sono statə i/le residentə, custodə e conoscitorə di questi luoghi che, nonostante il difficile periodo pandemico e le relative zonizzazioni (era l’ottobre 2020), ci hanno accoltə e guidatə alla scoperta dei boschi, dei paesi, di tutti quei luoghi che hanno la fortuna di chiamare casa.

2. obiettivi e metodo

Questa esperienza aveva uno scopo ambizioso: quello di contribuire a rigenerare l’immaginario dell’Acquasantano dopo decenni di lento spopolamento e dopo i sismi del 2016. Crediamo che l’arte, quando concepita da un processo condiviso e partecipato, sia in grado di rappresentare i luoghi in modo sincero e creare immagini capaci di svelare qualcosa che vada oltre gli stereotipi o la retorica del folclore. Per fare questo abbiamo coinvolto sette artistə, diversi per poetica e stile, ognunə di loro aveva il compito di realizzare una propria opera, secondo la propria sensibilità, condividendo metodi e fasi di produzione con gli/le altrə. Esporsi allo sguardo dei/delle colleghə durante la fase più delicata del proprio lavoro è qualcosa di inusuale e difficile, perché il mondo dell’arte contemporanea ci ha abituati alla competizione insensata, alla lotta verso l’originalità a tutti i costi e ha messo in secondo piano il lavoro di bottega e quello interdisciplinare, in cui il sapere di unə era bene comune per gli/le altrə. Le persone che hanno condiviso la residenza hanno affrontato magistralmente la sfida, collaborando in ogni fase, partecipando alla realizzazione delle opere altrui, unendosi in una performance condivisa, dandosi pareri e consigli durante la gestazione del lavoro. Alcunə di loro hanno costruito un’amicizia professionale e personale che è cresciuta oltre il termine di questa esperienza.

3. le opere

Vi diamo un brevissimo resoconto delle opere realizzate, ricordandovi che potete conoscerle meglio nel nostro sito dove a ognuna è stata dedicata una pagina. Il duo Marco Verdi e Nicola Domaneschi ha creato un’opera sonora fruibile in quadrifonia dal titolo Memorie sfiorate in cui il montaggio di suoni, generati o registrati sul campo, e voci costruisce una raccolta della memoria collettiva di alcuni luoghi dell’acquasantano. Arianna Sanesi con Abracadabra lega i simboli e gli attributi dell’antico carnevale degli Zanni, di Pozza e Umito, agli elementi naturali. Francesca Ióvene ha creato la serie fotografica Elviro in cui ogni immagine è ricerca di familiarità e prossimità con lo spazio che diventa “casa”. L’opera di Daniele Cinciripini Chiasmo  è una riflessione sulla relazione tra corpo paesaggio, sensazione e rappresentazione tra le valli e le creste dell’acquasantano. Andrea Alessandrini con Come un bambino ha creato una moderna wunderkammer, una collezione di oggetti, vedute inaspettate e tesori raccolti durante le sue esplorazioni. Iacopo Pasqui per Sole nero trae ispirazione da una fantasia di noir per indagare il rapporto uomo/natura e sul sentimento di paura che questa relazione è capace di generare.

4. la mostra

La mostra è stata la prima, e non sarà l’ultima, occasione di disseminazione e fruizione dei risultati della residenza. Queste opere hanno bisogno di essere viste e valorizzate per poterne comprendere la portata sia quale esperimento di valorizzazione territoriale sia quale metodo di creazione artistica condivisa. La mostra occupava le sale del Forte Malatesta di Ascoli Piceno, uno splendido esempio di architettura rinascimentale, che dal 2014 ospita il Museo dell’Alto Medioevo ed esposizioni temporanee come la nostra.  Non è mai semplice allestire in un edificio storico, rispettarne la natura e la delicatezza degli spazi. Purtroppo chi ci aveva preceduto ha lasciato dietro di sé grosse e piccole modifiche, buchi, rattoppi e un certo degrado. Noi abbiamo cercato di lasciare le sale che ci hanno accolto meglio di come le abbiamo trovate, pulendo e collaborando con tecnici comunali e museali attenti e pazienti che, nonostante i pochi mezzi a disposizione, hanno fatto tanto insieme a noi. Crediamo che come tutti i luoghi della cultura pubblici i musei civici sono di tuttə e tuttə noi e dovremmo averne cura e pretenderne la cura. Aver cura è anche frequentare questi luoghi, animarli, renderli nostri visitandoli e vivendoli in modo congruo, segnalando a chi è competente eventuali problemi e partecipando alla loro soluzione.

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